Il cappotto termico è la soluzione ideale per fruire di un efficace isolamento termico. È sinonimo di maggior comfort negli spazi interni e di risparmio in bolletta per raffrescare in estate e riscaldare d’inverno. Tuttavia, per poterne beneficiare al meglio, è necessario che periodicamente vengano effettuati interventi di manutenzione cappotto termico con il supporto di un team di professionisti altrimenti si rischiano infiltrazioni e il temuto ponte termico che permette alle temperature esterne di influenzare quelle interne, la peggiore situazione possibile.
Manutenzione cappotto termico: in cosa consiste?
Per evitare danni ben più gravi è fondamentale effettuare ispezioni regolari e costanti nel tempo per individuare eventuali interventi di manutenzione del cappotto termico.
Innanzitutto è necessario che durante la fase di realizzazione del cappotto termico siano stati effettuati degli interventi specifici, scegliendo e utilizzando un sistema certificato con tanto di corretta progettazione che tenga conto delle regole previste nella norma UNI 11715.
Infine è fondamentale che la posa in opera del cappotto termico sia stata affidata agli installatori esperti e qualificati. Un errore di numero di questi tre aspetti comporterà nel tempo l’esigenza di fare manutenzione con maggiore frequenza il che significa maggiori spese (leggi anche: “Manutenzione straordinaria o ristrutturazione? Le differenze“).
La verifica visiva
Un approccio virtuoso è effettuare un’analisi visiva periodica già dopo i primi sei mesi dalla posa del cappotto e successivamente dopo un anno per poi rallentare l’intervallo portandolo a circa 2 anni. Questo è fondamentale perché si evita di tralasciare problemi che se affrontati per tempo prevedono una spesa davvero minima.
Le prime analisi visive periodiche devono essere effettuate necessariamente dopo i primi sei mesi e dopo un anno per verificare quale sia stato l’impatto del cambio di stagione sul cappotto e avere un’idea chiara della qualità del lavoro che è stato effettuato.
Il tecnico nello specifico dovrà porre massima attenzione agli strati di rasatura e di finitura per evidenziare eventuali informazioni di crepe, la contaminazione da alghe e funghi e la tenuta delle connessioni dei giunti di dilatazione, eventuali rigonfiamenti e distacchi. In questa fase bisogna anche evidenziare balconi e componenti sporgenti che potrebbero far infiltrare nella parete perimetrale l’acqua (leggi anche: “Impermeabilizzazione muri: quando è necessaria?“).
I possibili interventi di manutenzione periodica
Qualora dalle analisi visive periodiche dovesse emergere uno dei problemi indicati nel precedente paragrafo, occorrerebbe procedere con la manutenzione del cappotto termico.
Se c’è un problema di infiltrazione dell’acqua all’interno delle pareti bisognerà procedere con una nuova pittura silossanica che offre un’elevata idrorepellenza e quindi funge da elemento protettivo per impermeabilizzare l’intera facciata. In questo modo il cappotto termico continuerà a funzionare correttamente e soprattutto non si formeranno quelle fastidiose macchie di muffa e di alghe che poi si ripresenteranno puntualmente nelle zone interne qualora non si dovesse procedere per tempo.
I problemi sul cappotto termico potrebbero riguardare anche l’aspetto estetico, per cui bisognerebbe rifare nuovamente lo strato decorativo. Quest’ultima opzione in realtà si manifesta se non si proceda tempestivamente nel risolvere il danno.
Inoltre, dopo attenta verifica da parte di un tecnico qualificato, è possibile valutare se sia necessario o meno procedere con la realizzazione di un nuovo strato di rasatura armata oppure addirittura con un nuovo sistema che preveda la rimozione del vecchio cappotto e l’installazione di un nuovo prodotto che sia maggiormente performante anche per le caratteristiche ambientali che mediamente si presentano nel corso di un anno solare.
Uno degli errori più classici è non tener conto del contesto climatico e di situazioni specifiche per scegliere il miglior materiale isolante.
Cosa fare se si formano delle crepe
Un segnale evidente di come bisogna andare a operare sul cappotto termico e anche sulla facciata esterna, è la formazione delle crepe. È sempre un atteggiamento virtuoso quello di rivolgersi a un esperto qualificato che deve poter valutare l’entità del danno ed in particolare decidere se si tratta di una crepa di micro capigliatura, per valutare se le lesioni siano inferiori al limite oppure sono delle crepe con fessurazioni che superano di 2 mm o delle fessure strutturali.
- Nel primo caso gli interventi sono abbastanza minimi anche perché solitamente queste problematiche possono presentarsi nei primi mesi di vita del cappotto.
- Con le fessure strutturali c’è un’indicazione di un problema non solo sul cappotto, ma anche sulla stabilità dell’edificio per cui necessariamente bisognerà operare su questo genere di aspetto.
C’è poi da considerare che su alcuni muri anche in ragione di un’eccessiva esposizione ai raggi solari, purtroppo bisognerà convivere con rigonfiamenti e distacchi dovuti alle forti oscillazioni termiche. L’unica soluzione è quella di procedere periodicamente con un piccolo intervento per rifare in parte la rasatura armata e la relativa finitura di quello specifico spazio.
Naturalmente si potrebbe operare con delle protezioni esterne ma c’è da considerare anche l’aspetto estetico della facciata, per cui è necessario individuare il giusto compromesso.